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martedì 15 dicembre 2009

Piccoli editori crescono, in barba alla crisi

Piccoli editori crescono.
se non so più quale sia la discriminante tra un piccolo editore che non sbaglia un colpo, un grosso editore che manda al macello i propri autori, un grosso editore che non azzecca un colpo da dieci anni e un grosso editore che ha talmente poca cura dei propri titoli da non accorgersi di spararne uno uguale a un altro uscito da appena un anno.
Ma si parlava di piccoli editori che crescono e anche se non ho alcun legame con loro ho scoperto con piacere che una delle realtà più interessanti, anche se non più giovanissime, come Minumum fax ha segnato nell'anno di crisi 2009 il proprio maggior risultato di sempre e ha superato per la prima volta la soglia dei 2 milioni di euro, con un incremento di fatturato del 28% rispetto al 2008.
Secondo un'indagine Nielsen, il cui indice delle vendite dei libri è l'unico attendibile, anche se (ahimè) non tiene conto della grande distribuzione (ipermercati e supermercati) Minimum fax si attesta al terzo posto tra gli editori italiani col più alto indice di crescita.
Ha sicuramente influito su questo dato il lancio del titolo trainante della stagione, Revolutionary Road di Richard Yates, che (ripubblicato in occasione dell'uscita del film di Sam Mendes) ha superato le 50.000 copie. Con ancora più piacere ho scoperto che tra gli altri titoli significativi c'è Il tempo materiale di Giorgio Vasta.
Leggendo questi dati ho sorriso perchè la mia memoria è andata a tanti anni fa, quando una mia amica iniziò a collaborare con loro. "Sono una banda di sciamannati" mi disse, "ma andranno lontano, ne sono sicura". Lei, però, un po' come fece Simon Colley con i Duran Duran, non ebbe la lungimiranza di capire quanto lontano sarebbero arrivati e finì per dedicarsi ad altro.

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