Due Madri - il booktrailer - in libreria dal 14 aprile

venerdì 31 luglio 2009

Ecco la rassegna stampa di In Terra Consacrata

E' stata pubblicata sul sito www.ugobarbara.it la rassegna stampa de 'In Terra Consacrata'. Ho aspettato perchè ogni volta che decidevo di inoltrare il materiale al webmaster, usciva un articolo nuovo. Nella sezione troverete la recensione di Giovanni Pacchiano sul Domenicale del Sole 24Ore che mi definisce "il nostro piccolo Larsson"; quella di Francesco Fantasia che sul Messaggero parla di "thriller potente" e quella di Maria Serena Palieri su l'Unità: "un gran bel giallo". Ultimi solo in ordine di tempo, Sergio Pent per TuttoLibri de La Stampa - "un perfetto thriller sociale" - e Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera:"ricostruzione accattivante e ben cognegnata... una buona lettura".
Buona lettura a voi.

mercoledì 15 luglio 2009

Il respiro di oggi

Presentazione del libro di poesie di Fabrizio Falconi. Vista del Tevere dalla torretta di ponte Milvio

mercoledì 8 luglio 2009

E' uscita la bozza di dichiarazione. Gaia non ha fatto in tempo ad andare a cena e Giorgia le ha portato un piatto di formaggi. Alle due di notte l'acidità di stomaco la starà ancora tormentando

Ore 22,30 e ancora al lavoro. Sarà una lunga notte in attesa della dichiarazione politica del G8

Bella camera al G8, eh? Manco un comodino...

domenica 5 luglio 2009

Una straordinaria kermesse

Come allo stadio, ci sono delle cose che al Ninfeo non si vedono e che invece sono amplificate e dettagliate nelle dirette tv. Così leggendo un esilarante resoconto di Antonio Pagliaro della serata dello Strega vista in televisione mi sono accorto di cose che 'dal vivo' avevo ignorato. Quello che allego è un capolavoro di elegante ironia. Non fatevi spaventare dalla lunghezza: merita di essere letto tutto d'un fiato.

Al Ninfeo di Villa Giulia, un posto che deve aprire una volta l’anno per la finale del premio Strega, presentano Franco Di Mare - che userà le seguenti parole: kermesse, straordinario, straordinaria, testa a testa, filo di lana - e una signora mai vista prima che si scoprirà chiamarsi Antonella Delprino ed essere abilissima a fare le domande.
Eccolo, Paolo Giordano, l’enfant prodige, che - in qualità di vincitore dell’anno scorso - legge le schede con i voti degli Amici della Domenica. Ha un sacco di bracciali e si capisce perché ha vinto l’anno scorso. Avranno pensato: è laureato in Fisica, deve saper contare e dunque facciamogli contare le schede.
Voti controllati? Vittorie annunciate? Mentre si sa già che quest’anno vince Scarpa perché Del Giudice si è offeso e non è più venuto e l’anno prossimo tocca a Piperno, Tullio De Mauro parla di leggenda metropolitana e, davanti a un compiaciuto Franco Di Mare, mostra la scheda per la votazione, spiega cosa è il talloncino e a cosa serve. Il direttore insiste: impossibile sapere chi ha votato. E’ una scenetta a cui non crede nemmeno chi la sta recitando. Per completare il quadro, la camera inquadra Romiti. Orrore.
Scarpa Scarpa Scarpa, recita Giordano, se vi fosse venuto in dubbio.
Franco Di Mare, intanto, blocca Tullio De Mauro con un paragone che deve essergli sembrato geniale: lo Strega è come il Palio di Siena. E lo zittisce per sempre, temo.
Antonella Delprino, poverina, ha il compito di intervistare Alemanno. Non si perde d’animo e non esita a inginocchiarsi: “Sindaco, lei ha un sessanta per cento abbondante di gradimento!”. Io avrei detto abbondantissimo, Antonella, la prossima volta osa di più. “E’ dovuto alla cultura” - dicono insieme. Malgrado a qualsiasi persona di buonsenso le parole Alemanno e Cultura appaiano incompatibili, la triste scena va avanti per un po’ fra moderno e tradizione, anche lei sindaco è uno scrittore, già ma io lavoro sulla saggistica politica, ora esce un suo libro, spero se ne parli nel dibattito politico. Desolante.
Sbuca Antonio Maccanico che si gira e si rigira ma non trova la telecamera. E’ lì, è lì, dice Antonella Delprino, e fa una domanda strepitosa: “Che cosa ci racconta di questo premio Strega?”. Lui è imbarazzato, ma tira fuori la solita solfa del meglio della letteratura italiana eccetera eccetera. Spera di essersela cavata, ma la Delprino non molla: “Quindi non si fermerà?”.
Massimo Lugli, allegro, simpatico, sorridente, è il primo degli scrittori che Franco di Mare intervista. La concretezza della cronaca nera, dice il presentatore. Poi si ferma: Scarpa 65, Scurati 63, Lugli 28. “E’ uno straordinario testa a testa”. “Si profila un testa a testa”. Mentre Lugli si chiede chi lo ha portato lì, Di Mare dice testa a testa otto, forse dieci volte. Poi si ricorda di chi ha davanti e aggiusta il tiro: “Eh, ma tu sei l’outsider, sei il terzo piazzato”. Già. Dalla storia di Lapo che diventa Lupo nasce una profonda riflessione: è la storia di una vocale che ti cambia la vita. Scenetta su romanzo che nasce dalla cronaca / non nasce dalla cronaca / ma lo sa che le uniche scene vere sono le più improbabili?
Paola Gassman legge qualche frase del romanzo. Scopriamo che parla della pasta col tonno.
La cronaca nera è letteratura, chiude Lugli. Già, forse quella dell’Europeo, ma ha mai sfogliato un Giornale di Sicilia?
Sbuca in video la testa spettinata di Gherardo Colombo, uno che c’ha provato. Solita domanda furba della Delprino: “Da magistrato quando aveva il tempo di leggere?”. Lui spiega perché si è dimesso, parla del bisogno di regole che ha questo sciagurato Paese. Lei sbianca: forse vuole fare intendere qualcosa? E’ pur sempre un magistrato toga rossa. La Delprino va nel terrore come una Lorena Bianchetti qualsiasi: ora dice qualcosa contro il governo, deve pensare, e lo ferma: “Lei ha scritto una saggio delle regole”. Un saggio delle regole?
Franco Di Mare è con Andrea Vitali. Frase su Vitali che si inserisce nel solco dei medici scrittori come Celine. Poi classifica: Scarpa 81, Scurati 74, Lugli 42, Vitali 26, Vighy 25.
“Ma lei è terzo!” - esclama Di Mare nell’imbarazzo generale. Giordano il fisico è impegnato e nessuno interviene. “Lei è l’outsider!” (ma l’outsider non era quell’altro?). Infila una citazione dotta di Foscolo, fa notare che il libro di Vitali vende, ma non aggiunge che è l’unico a farlo e conclude con “ventisei voti, ma chi può dirlo?”.
Terrore: la Delprino con Bevilacqua. Almeno non lo chiama Osvaldo. Domanda “Lo Strega cambia la vita?”. Lui ripete le cose che dice ogni anno: ah, quando c’ero io. Perché io modestamente ai miei tempi me la giocavo con Pasolini e Zavattini. Io ero il più giovane, finché non è arrivato Giordano, e si vede che vorrebbe ucciderlo. Si chiude con un memorabile “Lo Strega meglio vincerlo che perderlo” e torna Franco Di Mare. “Scarpa e Scurati si attestano in testa” - afferma. E prima della pubblicità: “la più grande kermesse letteraria che vi possiamo offrire”.
Eccolo, lo spot firmato Ministro del Turismo con in bella evidenza il logo ex Magic Italy, ora solo Italia, adattissimo a un canale softporno, a una televendita di Mastrota o a una di vibromassaggiatori a fascia con i culi che ballano.
Torna la più grande kermesse letteraria che vi possiamo offrire. Scarpa 97 / Scurati 91. E’ davvero un testa a testa! Tutto può accadere. Franco Di Mare prova a metterci entusiasmo. Poi siede di fronte alla figlia di Cesarina Vighy. Grande spessore e grande qualità del romanzo. Lei può essere orgogliosa di sua madre come anche sua madre… ehm, Di Mare si blocca poi risolve: può essere orgogliosa di sé stessa. Sua madre che a 73 anni riesce a ottenere un risultato così straordinario. Non dovevi dire 73 anni, Franco. Quando dici 73 anni, tutti pensiamo a un altro settantreenne, al viagra, alle escort, piombiamo di botto in un infinito squallore, pensiamo a una vecchiaia patetica, non alla grande dignità della Vighy. Non se lo merita, la Vighy, che venga citato quel numero.
Presidente! - torna la Delprino ed è con Corrado Calabrò. “Lei non manca da 19 anni”. Calabrò parla di grande suspense e poi (giubilo di Franco Di Mare non inquadrato) torna al paragone ippico: i fantini sono gli editori, i cavalli sono gli autori. Devono correre di più i cavalli. Boh.
La Delprino da Rodotà, che però chiama dottore Rodotà (sarà il suo medico). “Lei ha letto due libri e mezzo in una notte! Ah, se tutti fossero come lei”.
Nel frattempo Franco Di Mare ha detto testa a testa, filo di lana e kermesse altre dieci volte. Ora ha di fronte Scurati. Scurati ha lo sguardo da scrittore, la barba da scrittore, la camicia da scrittore, la giacca da scrittore, la posa da scrittore. Guardandolo bene, anche l’orecchio destro (quello che si vede) è da scrittore. E’ chiaramente furioso. Franco Di Mare parla un po’ a vanvera, poi compie il misfatto: “La vedo teso”. “No, l’ascoltavo” - risponde lui, e intanto diventa verde, poi arancione, poi di nuovo verde. Franco Di Mare non capisce: “Sarà vero thrilling?” - osa chiedere. Sarà vero thrilling?! Scurati scoppia. “Quale thrilling? Voi come avete fatto la scaletta? Come mai mi intervista per penultimo mentre Scarpa è ultimo?”. “Non ci crederà, a caso”. Infatti non ci crede e nel frattempo è diventato viola. Di Mare prova a cambiare argomento: “Il suo libro parla di pedofilia. Quale il suo giudizio personale…”. Non ci azzecca nemmeno stavolta: “Il mio libro non parla di pedofilia” gli risponde lo scrittore e poi accusa: “Voi giornalisti lucrate sulle nostre paure”. Di Mare prova una timida replica “Anche voi scrittori”. “No, noi no”. E’ dramma.
Per fortuna arriva Paola Gassman e legge un brano. Qualcosa come “Ti volevo abortire”.
La Delprino è col papà di Lapo. Lo chiama professore (sarà sua studentessa all’Università). Il papà di Lapo ha votato Scurati perché l’editore è bravissimo. La domanda della Delprino non delude mai: “Qual è il valore dello Strega dopo 63 anni, nel 2009 quando ormai si tende a rinnovare tutto?”. Nel 2009 quando ormai si tende a rinnovare tutto? Eh? Il papà di Lapo risponde che lo Strega è romano e il Campiello no e che arrivare secondi (lui lo sa che Scurati arriva secondo) è un grande successo.
Tocca a Tiziano Scarpa. Franco Di Mare è ancora scottato dal dramma Scurati e precisa: “Lei è ultimo perché è stato il più votato alla Fondazione”. Ma come? Non era a caso? Poi chiede: “Come ci si sente?”. Scarpa risponde: “una sensazione di disincarnamento”. Ma è disattento: segue la votazione. Perché - colpo di scena - improvvisamente lui e Scurati sono pari. Buio sul volto di Scarpa che mormora “mi dicono pari merito”. 104 a 104.
Franco Di Mare non sta nella pelle: testa a testa, filo di lana, straordinaria kermesse, ripete. Simpatico giochetto sulle iniziali dei cognomi: Sca e Scu.
Paola Gassman toglie tutti dall’imbarazzo e legge una storia di parole che si srotolano e che sono grumi di buio.
Mancano dieci schede. Franco Di Mare ripete ancora “la tensione è palpabile, testa a testa, filo di lana, straordinaria kermesse”. Seguiamo l’ultima fase dello scrutinio insieme, propone a Scarpa e Scurati.
Sono lì in piedi, Scarpa a sinistra, Di Mare in mezzo, Scurati a destra. Scurati si gira, non guarda Scarpa. Il suo sguardo corrucciato di scrittore è uno sguardo di odio. Franco Di Mare non tace un istante: “Il caldo dei flash”. “Davvero non si sa fino all’ultimo”. “Testa a testa, filo di lana, straordinaria kermesse”. Poi ci pensa e trova una parola nuova: “cardiopalma!”. Aggiunge: “Questa serata non la dimenticherete mai più, e anche a casa”.
Paolo Giordano fa la classifica: 28 la Vighy, 36 Vitali, 58 Lugli. Vince il 63° Premio Strega, con un solo voto di distacco, Scarpa. Lui 119, Scurati 118. La Mondadori - Einaudi come l’Inter vince per il terzo anno di fila.
“Incredibile, incredibile, incredibile”, il commento di Franco Di Mare. Scurati assume ogni colore possibile. Scarpa lo invita a bere il liquore Strega, Scurati lo guarda sdegnato e si gira dall’altro lato. D’altra parte che motivo c’è di bere quel liquore se non hai vinto il premio?
Sbuca - senza che nessuno avverta i deboli di cuore - la minaccia Marzullo e annuncia: “Tiziano Scarpa a Sottovoce”. Solidarietà. Mentre Franco Di Mare dice altre tre volte “sul filo di lana”, Scurati è furioso e si avvicina al microfono. Tutti sperano che sbotti nel turpiloquio, invece si limita a dire buonanotte e scappa via.
Franco Di Mare ha ancora il microfono in mano e non sa che dire. Allora fa: “Certo che perdere per un solo voto, lo vorrei conoscere quello lì”. Arriva Paolo Giordano. Di Mare gli chiede: “Cosa hai fatto del premio?” “L’ho bevuto”. Poi: “Quale suggerimento puoi dare a Scarpa?”. Cioè: ora secondo Franco Di Mare Paolo Giordano dovrebbe dare suggerimenti a Scarpa? Per fortuna che Giordano ha classe e gli fa notare, con garbo, che non è proprio il caso.
“La kermesse letteraria più famosa di questo paese” dice ancora Di Mare, mentre sul palco arriva Alemanno. “Sindaco, una kermesse straordinaria”. “Una kermesse straordinaria, Tiziano Scarpa straordinario”. “Per appena un voto” - ripete Di Mare - “Testa a testa, filo di lana, straordinaria kermesse”, e si chiude così. E stavolta ci è andata bene: l’anno prossimo ci tocca Piperno.

venerdì 3 luglio 2009

La maledizione della Salma

SALMOLOGIA
Tutto come previsto: ha vinto Scarpa. Ma in verità le cose non sono andate poi così lisce come sembrava. Perché ieri sera al Ninfeo di Villa Giulia persino sui volti dei massimi Stregoni leggevo una certa sorpresa nello scoprire che la Salma ce l'aveva quasi fatta. Che solo per un pelo le sue mascelle si sono serrate sull'aria appena smossa da Scarpa senza riuscire ad afferrarlo per la coda. E qualcuno, alla Salma, doveva avergli promesso uno scenario diverso perché il livore da morgue inalberato sul palcoscenico era troppo persino per lui, che nel suo incarnato non conosce sfumature diverse dall'oliva-senape-lenzuolo.
Certo anch'io mi sarei fatto andare storta (e parecchio) la sconfitta per un solo voto. Ma se fosse successo a me, prima ancora di incazzarmi come una bestia sarei entrato in una profonda depressione. La domanda che mi sarei posto sarebbe stata questa: "perché non riesco mai a vincere davvero un premio?".
Perché, a ben vedere, la Salma non ne ha portato a casa uno che fosse uno. Il Campiello lo ha dovuto smezzare con un illustre Remainders; il Mondello con Bajani (nonostante le acrobazie del suo rettore allo Iulm per farglielo vincere) e lo Strega - nella tradizione delle migliori profumiere - glielo hanno fatto solo annusare.
Allora viene da chiedersi: perché?
Io ho la mia personale risposta: la Salma è probabilmente un intellettuale di caratura che (come il suo mentore Melania Mazzucco) è caro a una certa sinistra radical chic, ma in realtà è un pessimo romanziere.
Ieri al Ninfeo ho raccolto più di un parere che elenco qui di seguito, senza commento.
- "non se ne può più di sentirlo dire che lui è il migliore e che gli altri sono pippe"
- "è troppo antipatico"
- "non è un romanziere"
- "vinca chiunque, ma non la Salma"
Io, se fossi la Salma, qualche domanda comincerei a farmela.

LAS VEGAS DISEGNATA DAL VASARI
Ma prima che tutto sprofondasse nella salmologia, la serata del Ninfeo è stata una gradevolissima occasione per fare struscio soprattutto per noi Tapini che non avevamo più nessuno da ingraziarci e potevamo goderci lo show. Perché lo Strega è questo innanzitutto: un colossale show, di cui tutti sono buoni a parlar male, ma una volta dentro non c'è nessuno che non se ne lasci affascinare. E' come andare a giocare a Black Jack al Flamingo e lamentarsi di quanto è diventata pacchiana Las Vegas. Non lo è diventata: lo è sempre stata. E così lo Strega: non è diventato quello che è: lo è sempre stato. Senza che per questo non siano stati (soprattutto in passato) premiati grandissimi scrittori come Flaiano, Volponi e Pavese o più di recente Pontiggia (che Dio l'abbia in gloria), Veronesi e Riccarelli. Tutti si ricordano della variabile Bellonci: quel pacchetto di anime morte (ancora? sì, ancora!) che Ella muoveva a proprio piacimento per far vincere chi voleva lei e non chi decidevano le case editrici.
E così come lo Strega in sé, anche la serata del Ninfeo è un fantastico giro di giostra nel surreale mondo della editoria e del para-spettacolo. Come ha suggerito un ottimo scrittore mio conterraneo, "va affrontata con lo stesso spirito con cui si affronterebbe uno zoo-safari". Si vedono facce di ogni tipo, veri e propri mascheroni in alcuni casi. Splendide mise e fiumi di silicone. Risatine, risate e ghigni. Sbuffi, sospiri e pernacchie. Occhiate, occhiolini e occhiaie.
Ho inanellato la mia bella serie di figuracce: non ho riconosciuto la nota giornalista tv ora compagna/fidanzata di uno dei candidati; non ho riconosciuto la Regina delle Promotrici della Piemme su Roma; mi sono seduto abusivamente al tavolo di Minimum Fax (grazie ragazzi!) perché mia moglie, provata dal continuo affondare dei tacchi nel prato che aveva assorbito un intero tifone tropicale non ce la faceva più a stare in piedi.
Ma soprattutto mi sono divertito con i Tapini. Con Buzzolan, innanzitutto, che molla fendenti con la stessa disinvoltura con cui una nonnina maneggia i ferri da calza; con Vasta circondato da adolescenti che in realtà sono editor con esperienza pluridecennale; con Bologna che ha finalmente capito che presentarsi con i pantaloni con le tasche non porta fortuna e sfoggiava completo & cravatta. Non ho visto - ma credo che non ci fossero - la Ferri, Cavina, Cappelli (che mi sarei stupito di trovare al Ninfeo).

IL MORSO DEL LUPO
Non ha impensierito lo Scarpone la Salma, ma in lontananza ha fatto sentire la sua presenza, lanciato in corsa sulla pista dei vincitori designati, staccando nettamente chi più di altri incarnava lo spirito dello Strega. Sto parlando del Lupo di Massimo Lugli, la cui dignitosissima terza posizione rappresenta un grande successo per la letteratura di genere. Con i suoi 58 voti non è forse andato molto più lontano di quello che le anime morte gli permettevano, ma ha comunque lasciato dietro di le storie di sentimenti e i registri più classici dello Strega. So che faccio male a illudermi, ma questo potrebbe essere l'unico timido segnale di cambiamento nella corazza blindata di un premio che - come avrebbe parafrasato chi lo vinse e non se lo godette - dice sempre di voler cambiare e non cambia mai.