Due Madri - il booktrailer - in libreria dal 14 aprile

giovedì 9 aprile 2009

Grado zero / 1

Pagine amare e pagine dolorose e strazianti. Ma anche pagine surreali, come quella che segue.
Un imprenditore palermitano vuole donare un milione di euro per ricostruire l'ospedale de L'Aquila.
Peccato che quei soldi siano sotto sequestro.

Un imprenditore di Palermo condannato in primo grado a 9 anni per riciclaggio, Giovanni Costa, 55anni, vorrebbe donare 500 mila euro per la ricostruzione dell'ospedale de L'Aquila. ma il suo patrimonio da circa 10 milioni e' stato sequestrato dalla Procura. La donazione risulta dunque assai difficile. Sulla richiesta di Costa di svincolare la somma da uno dei suoi depositi bancari dovranno esprimere un parere la Procura generale di Palermo e il curatore dei beni sequestrati, Nicola Ribolla. Costa, che da tempo risiede a Bologna, e' stato condannato perché avrebbe riciclato il denaro di alcuni mafiosi e quello proveniente dalla truffa ordita da Giovanni Sucato, il cosiddetto "mago dei soldi" che nei primi anni '90 raggiro' centinaia di palermitani promettendo di restituire raddoppiato in pochi giorni il denaro che gli veniva affidato.
"Sono rimasto molto impressionato del terremoto in Abruzzo. Mi hanno colpito le immagini dell'ospedale crollato a L'Aquila, e i bambini senza casa e senza scuola. Per questo motivo ho deciso di donare da 500 a un milione di euro per ricostruire l'ospedale o una scuola" ha detto Costa che vuole donare un milione di euro. "I soldi sono miei - dice - anche se sono sotto sequestro giudiziario. La mia vicenda processuale non c'entra nulla con la mia intenzione di donare e aiutare chi soffre per il terremoto. Per questo ho chiamato i miei avvocati e il custode giudiziario affinché'questa somma sotto sequestro possa essere destinata a fare del bene". "Ci tengo a precisare - conclude - che i beni, prima del dicembre 1990, sono stati in mio possesso e non sono mai stato in collegamento con le cosche mafiose e non ho mai raccolto soldi per conto di Sucato". (Agi e Ansa - foto di Giuseppe Lomonaco)

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