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domenica 26 ottobre 2008

I film francesi sono una mattonata

Che problema hanno i registi francesi con il ritmo? Cos'è che proprio gli impedisce di metterne un po' nei loro film? E soprattutto: perché ogni volta che vado a vedere un film francese me ne pento?
Ieri sera siamo andati al cinema. Il che, per noi, è un piccolo evento, perché negli ultimi mesi siano stati costretti per varie ragioni a contingentare talmente tanto le nostre uscite che nell'elenco delle ultime volte posso ascrivere quasi esclusivamente film per ragazzi. Niente di male: mi piacciono i film per ragazzi, ma a dire il vero mi sarebbe piaciuto andare a vedere 'Il Divo' o 'Gomorra' o anche 'The hurt locker' e non so quante altre pellicole per le quali ho pensato "cavolo, questo non lo posso proprio perdere". E invece li ho persi. Perché alla fine se ho tempo per andare a cinema e questo coincide con la possibilità di andarci con i bambini, allora diventa un'occasione imperdibile. E quindi Sorrentino, Garrone e Bigelow possono attendere il passaggio su Sky o l'uscita in dvd.
Ma ieri è stato diverso. Cena con una coppia di amici in un delizioso ristorante cinese in Prati (ci vuole coraggio per andare dal cinese di questi tempi, dite? Beh, me l'aveva consigliato lo staff di AgiChina24 quindi stavo tranquillo) e poi cinema. Per dire la verità non è che in un raggio ragionevole ci fosse da scialare: pochi titoli davvero interessanti. Ma soprattutto avevo curiosità di vedere 'La Classe' del quale ho letto lodi sperticate, ho visto grandi critiche...
UNA MATTONATA MICIDIALE! Due ore e un quarto di docu-film su una classe di una scuola media del XX arrondisment di Parigi dove alunni immigrati da ogni parte del globo terracqueo polemizzano con un professore troppo debole su qualunque cosa.
Non è un brutto film, ma non si può massacrare lo spettatore con un quarto d'ora di dissertazione sul funzionamento del consiglio disciplinare e poi liquidare la sessione del consiglio con 5 minuti di scena priva di alcuna emozione. Si potevano serenamente tagliare 35 minuti e soprattutto si poteva dare un po' di tensione. Come accadeva ne 'La Haine' di Kassovitz, quello sì un gran film (profetico) sulle banlieue.
A vedere 'La classe' viene voglia di insegnare per salvare orde di giovani da loro stessi; di prendere a calci nel sedere i tredicenni insolenti; di aumentare lo stipendio dei Prof, ma soprattutto, ahimè, viene voglia di sbadigliare. E si rafforza la mia diffidenza nei confronti dei film che vengono premiati a Cannes.
Ritmo, ragazzi, ritmo!

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