Quante volte negli ultimi giorni avete sentito l'espressione 'americanizzazione della politica'? Troppe. Mi domando chi è quel genio che ha coniato per la prima volta questa definizione. Perché in Italia per americanizzazione della politica non si intende mica il fatto che ogni rappresentante (senatore, deputato, governatore o sindaco) deve rendere fatalmente conto delle proprie scelte non solo al proprio elettorato ma a tutto il Paese o quanto meno allo Stato o alla Città che è chiamato ad amministrare. No! Per americanizzazione in Italia si intende una cosa ben più banale (e che in America è la più controversa degli ultimi anni):
la divisione in due grandi schieramenti. Segno, ancora una volta, della profonda incomprensione che c'è in Italia nei confronti degli Stati Uniti. Per cui diventa facile definirsi anti americani o filo americani senza neppure essere in grado di dare una spiegazione ragionata di questa scelta di campo.
la divisione in due grandi schieramenti. Segno, ancora una volta, della profonda incomprensione che c'è in Italia nei confronti degli Stati Uniti. Per cui diventa facile definirsi anti americani o filo americani senza neppure essere in grado di dare una spiegazione ragionata di questa scelta di campo. A tutti quelli che, come me, amano, rispettano e ammirano l'America ma non ne vogliono ignorare le complessità e le contraddizioni, suggerisco di seguire con attenzione Anna Guaita, corrispondente del Messaggero da New York. Per quelli che si perdono i suoi articoli c'è il blog: www.ilmessaggero.it/home_blog.php?blg=P&idb=310&idaut=9 assolutamente illuminante nelle analisi e coinvolgente nei racconti. Una giornalista come vorrei essere io.






