Si vede che Maurizio Testa la struttura del dizionario ce l'ha proprio nel Dna. Ho avuto il piacere di ricevere da lui una originale recensione per punti di In terra consacrata. Per chi non lo conoscesse, Maurizio è autore, insieme con Alessandra Buccheri e Claudia Catalli del Dag - Dizionario Atipico del Giallo di cui ho già scritto qualche tempo fa. Ecco cosa scrive:
Stile: scorrevole, asciutto, senza fronzoli, favorisce il ritmo narrativo, non crea diversivi inutili alla narrazione
Architettura: azzeccato l'intreccio tra le varie vicende ripartite in capitoli diversi e buona la fine dei capitoli che fa venire voglia al lettore di riprendere quella vicenda, appena possibile, ma poi ci si appassiona al capitolo che segue....
Capitoli: ottima la scelta di capitoli brevi, permettono al lettore di seguire meglio il complesso delle vicende e dei personaggi. E poi danno un bel ritmo al romanzo
Personaggi: riusciti sia quelli veri che quelli di fantasia (che appaiono e spariscono al momento giusto, cioè quando meno ce lo si aspetta), sono ben costruiti, senza troppi dettagli, ma con una fisionomia precisa che si delinea nel corso del romanzo
Scenario: per un romano come me, si apprezza la ricostruzione delle location, che sono ben inserite nel contesto, sono funzionali alla storia e non descrizioni tout cout. Poche pennellate che alla fine costituiscono un fondale intrinsecamente legato alle vicende
Finale: i vari filoni si riuniscono senza incongruenze, buchi o contraddizioni. Il finale non è mozzafiato, ma non credo fosse quello il tuo intento e forse tutto sommato non si sarebbe attagliato ad un romanzo che poggia una gamba su fatti realmente accaduti e una su una storia di fantasia (la realtà non è quasi mai eclatante...)
Critica: la lunghezza. Io sono convinto che in genere 350, massimo 400 pagine, siano la misura massima per mantenere la tensione del racconto, tenere alta l'attenzione del lettore e per narrare qualsiasi storia. Oltre questa misura la concentrazione del lettore (almeno per me) subisce un calo... insomma almeno 50 pagine in meno avrebbero giovato e reso i romanzo ancora più intrigante e fruibile di quanto già non lo sia.
Complimenti. Un bel lavoro
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