Allo Strega tutto come da copione. La cinquina è quella che io (ma non sltanto io) avevo previsto da tempo, solo l'ordine d'arrivo è un po' sballato rispetto a quello che avevo pensato. La serata in Casa Bellonci è stata piacevole. Non faceva il terribile caldo che mi avevano preannunciato, ho scambiato quattro chiacchiere con Niccolò Ammaniti ed espresso solidarietà a Paolo Giordano per il sacrificio che deve essergli costato farsi intervistare all'Auditorium e ho conosciuto Fulvio Abate. Poi molto cazzeggio in mezzo a quello che uno si immagina esattamente essere il parterre dello Strega.
Questo l'esito, per chi non lo avesse già letto sulle agenzie:Tiziano Scarpa - Stabat Mater - Einaudi - 59
Massimo Lugli - L'istinto del lupo - Newton Compton - 45
Cesarina Vighy - L'ultima estate - Fazi - 42
Antonio Scurati - Il bambino che sognava la fine del mondo - Bompiani - 40
Andrea Vitali - Almeno il cappello - Garzanti - 35
E io? Io ho preso 10 (dieci) voti. C'è a chi è andata peggio e considero questo risultato un successo - e non come il Pd con le Europee - perché per essere un libro uscito un mese e mezzo fa, ne ha fatta di strada.
Di Scarpa, Scurati e Vitali si sapeva. Sulla Vighy avrei messo la mano sul fuoco e non per la sua vicenda umana, ma perché tutti (anche le peggiori carogne) mi hanno detto che è davvero un gran bel libro. La vera sorpresa è Lugli. Lo annoveravo tra gli scanazzati come me e Buzzolan, e invece lui zitto zitto s'è andato a prendere il secondo posto. Sono al suo fianco e non solo per solidarietà giornalistica e per vicinanza topografica (lui sta al 90 di via Colombo e io al 98), ma perché non c'è alcuna possibilità che uno come lui, comunque vada a finire, si dia delle arie. Scommetto che sta ancora lì a chiedersi come diavolo è possibile...
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