Due Madri - il booktrailer - in libreria dal 14 aprile

domenica 31 maggio 2009

L'ingranaggio pensante

Ho trovato sul Resto del Carlino un articolo di Roberto Pazzi, da 18 anni uno dei 400 Amici della domenica, che senza peli sulal lingua giudica il Premio Strega e il Grande Favorito, senza risparmiare - seppure indirettamente - una stilettata anche a me. Da leggere.

Del Premio Strega sono votante dal 1991. Sono anche disceso in campo per far vincere buoni libri, nel 1995 il romanzo postumo di M.Teresa Di Lascia, l’anno scorso quello di Paolo Giordano. Per il meccanisno dei 400 votanti legati ai gruppi editoriali, lo Strega va quasi sempre o al gruppo Mondadori-Einaudi o a quello Rizzoli-Bompiani o a Feltrinelli. Di rado la qualità dell’opera conta, la vittoria va quasi sempre alla forza editoriale. Così quest’anno, dopo due consecutive vittorie Mondadori-Einaudi, si prevede che – anche per il non esaltante valore delle altre 11 opere presentate, con le eccezioni, per me, di quelle di M. Lugli e di F. Bologna – la vittoria toccherà a Rizzoli-Bompiani, con il romanzo di Antonio Scurati “Il bambino che sognava la fine del mondo” (Bompiani, pag 295, euro 18). Che è uno dei libri meno belli e meno riusciti, che mi sia capitato di leggere di recente.PERCHÉ INGANNARE il lettore che si affidi ancora alla credibilità dei premi come lo Strega? Perché scaricare sul suo potere di richiamo la debolezza di un libro? Onestà intellettuale di lettore votante mi spinge a una denuncia di pura difesa del lettore medio e del vecchio premio. All’ultima pagina di Scurati, un aforisma di Wittgenstein mi tormentava “Di ciò di cui non si può parlare bisogna tacere”. Di che parla il suo libro, senza riuscire mai del tutto a narrarne, restando ibrido fra cronaca e invenzione, come riconosce lui stesso nella premessa? Di pedofilia, argomento che - va riconosciuto il coraggio di Scurati, attratto sempre dall’alto tema del Male - non sedurrebbe mai a prima vista il lettore. Ma Scurati il suo lettore non prova nemmeno ad accompagnarlo! E subito lo prende a ceffoni con quel contrappunto fra i deliri del bambino sonnambulo, che egli era nell’infanzia, e la faticosa narrazione di sé adulto. Una doccia scozzese costante. L’autore prende le mosse dagli articoli commissionatigli da “La Stampa” sul mondo della pedofilia a Bergamo, dove è scoppiata una vera caccia all’untore, per casi di pedofilia in una scuola e in un seminario vescovile. E sempre più coinvolto nella sua ricerca, scarica nel libro-contenitore suoi articoli de “La Stampa”, indagini sociologiche, statistiche, interviste a Matrix in tv … SEMPRE IN AGGUATO, il narciso a pag 113 non lo trattiene dal descrivere “non senza imbarazzo” che tipo di mutande compra. Per circa 240 pagine il flusso narrativo viene sgangherato dagli intarsi giornalistici e dal contrappunto degli oscuri deliri del bambino Scurati. Gli si potrà perdonare che non citi Alcmane a pag 45, “Dormono le cime dei monti e le gole…”. La narrazione si innalza nelle ultime 50 pagine, dove il lirico abbandono nella bella scena della visita ai genitori a Napoli e nel ritorno di Martina, madre del figlio nascituro, fuga le “oscurità” di Scurati. Ma il lettore avrà avuto la forza di arrivare a guadagnarsene la problematica paternità?

giovedì 28 maggio 2009

Siamo uomini o rosiconi?

Cose che succedono: essere vittima della rosiconeria di chi tutto avrebbe tranne che rosicare per colpa mia. Quando In terra consacrata era in uscita, si era posta la questione della fascetta. Ora, per i non addetti ai lavori, la fascetta su un romanzo è sempre oggetto di grandi disquisizioni. Non è obbligatorio che ci sia - sul Corruttore è finita soltanto dopo il premio Scerbanenco - mentre per In terra consacrata c'era la diffusa sensazione in casa editrice che dovesse esserci fin dal primo momento. Per questo la direttrice editoriale si era rivolta a un Noto Autore per chiedere se gli andava di leggere il romanzo in bozze e - se gli fosse piaciuto - buttare giù una frase per la fascetta. Ma con tempestività il Noto Autore ha declinato perchè troppo impegnato. Tempo dopo al Noto Autore è stato chiesto se per caso gli andava di scrivere di In terra consacrata su un quotidiano nazionale. Ma ancora una volta il Noto Autore ha declinato l'invito. Di fronte allo stupore della casa editrice mi sono sentito in obbligo di raccontare quello che sapevo. Mentre scrivevo il romanzo, un magistrato romano mi aveva raccontato che poco tempo prima il Noto Autore - suo vecchio amico - era andato da lui a chiedergli del caso Orlandi perchè, gli aveva detto, pensava di scrivere qualcosa. Solo che a quanto pare io sono arrivato prima e la cosa al Noto Autore non è andata giù. Così invece che prenderla con eleganza (rassegnandosi al fatto che essere Noti Autori non significa avere l'escusiva delle buone idee, bisogna essere pure un po' veloci) ha cominciato con queste ripicche da due lire. Che francamente mi hanno un po' amareggiato, perchè se un Noto Autore comincia a fare il rosicone con me...
Ma non è finita qui. Qualcuno ha raccontato al Noto Autore del successo della presentazione di Roma e lui ha sibillinamente commentato: "E' un bravo ragazzo". Che non so cosa significhi. Ma so cosa significa quello che ha aggiunto la mia fonte ridendo: "secondo me rosicava...".

mercoledì 27 maggio 2009

Ma in quanti eravamo alla Mel Bookstore?

E' stata davvero una grande serata. In tanti, tantissimi alla Mel Bookstore di Roma per la presentazione di In terra consacrata. Ugo Riccarelli ha aperto con la lettura del primo capitolo e per quasi un'ora il pubblico ha avuto la pazienza di ascoltare me, Rosa Polito, Sebastiano Triulzi e lo stesso Riccarelli parlare della vicenda Orlandi; della Roma e dell'Italia degli anni '80; di storie di mala e di Vaticano, ma anche dei grandi misteri e di come gli scrittori siano gli unici che ad alcuni di essi possano dare risposta, per quanto impropria e fittizia.
Non ho resistito (e perché avrei dovuto?) alla tentazione e quando il microfono è arrivato a me mi sono alzato e ho scattato questa foto con il cellulare. Una sala troppo bella per non immortalarla! Grazie a tutti quelli che c'erano

venerdì 22 maggio 2009

Laura Morante legge In Terra Consacrata

Lo so che il video è capovolto e che prima di fare lo sperto dovrei imparare a orientare la telecamera del telefonino. Ma volete mettere l'emozione di avere Laura Morante che legge l'incipit di In Terra Consacrata e per giunta allo Strega?! Godetevi l'audio: quello è dritto

sabato 16 maggio 2009

Ecco l'intervista a Fahrenheit


Intervista a Fahrenheit su In terra consacrata.mp3 -

Diario di Torino - Day Two

Reduce da una serata pazzesca come quella organizzata da Minimum Fax in un posto di Torino al quale non saprei dare un nome e non saprei ritrovare se non per il fatto che sta in via Mantova 34, sono troppo cotto per scrivere qualcosa di sensato. Mi limito a racontarvi che sono stato ospite di Caterpillar, la trasmissione di Radio 2, e che non ho smesso per un attimo di ridere. Che la Piemme ha organizzato una deliziosa serata in un loft molto newyorkese dove il buon Garth Stein deve aver avuto l'impressione di non aver mai mosso piede da casa e che il tutto si è concluso in un delirio di musica anni '80 con contorno di video a tema che a raccontarlo non ci si crede. Chi pensa che gli scrittori, gli editor e gli affini sono una genia pallosa si sarebbe ricreduto. Almeno per qualche ora.
Fra meno di sei oe ho il volo di ritorno a Roma. E' presto per tracciare bialnci, ma mi sembra che sia andata alla grande. Essere presentato ovunque come candidato al Premio Strega fa un bell'effetto. E resterà un bel ricordo, anche se non dovessi mettere piede nella fatidica cinquina. Poi è stata occasione per rivedere amici come Roberto Alajmo, Gaetano Savatteri e Margherita Gigliotta; vecchie conoscenze come Giorgio Vasta (vi ho già raccontato del nostro personale Carramba che sorpresa? Noooo? Lo farò!) e qualche faccia di culo riemersa dal passato.
Ora, buonanotte.

venerdì 15 maggio 2009

Diario di Torino - Day One

Primo giorno alla Fiera del Libro e... meglio di così non poteva andare! Presentare In terra consacrata al Caffè Letterario era una bella sfida: uno spazio aperto, un gran via vai di gente e la necessità di calamitare l'attenzione per far fronte alla concorrenza di tanti altri eventi in contemporanea.
E invece avrei voluto avere la faccia tosta di tirar fuori la macchina fotografica e immortalare da lì, dal palco, la folla che per quasi un'ora è rimasta a sentir parlare del mio romanzo.
Un successo insperato; la sala piena e attenta, grazie soprattutto alla brillante presentazione di Bruno Gambarotta e Sergio Pent. "Un libro che non si riesce a smettere di leggere" ha detto Gambarotta. "Uno dei più belli di quest'anno" ha aggiunto Pent. Domande di lettori curiosi e preparati, un clima rilassato... Poi intervista a Radio24 e due chiacchiere con gli amici di Fahrenheit per regalare La versione di Barney alla loro iniziativa per l'Abruzzo: la bibliotenda.
Cosa si può desiderare di più da una giornata in Fiera?
Ho incontrato un caro amico, Roberto Alajmo, e finalmente ho conosciuto uno scrittore che amo, Ugo Riccarelli, e che avrò l'onore di avere come presentatore di In terra consacrata a Roma il 26 maggio.
Poi cena all'osteria Le antiche sere con lo staff Piemme, gli amici e una nuova conoscenza: Garth Stein, autore di L'arte di correre sotto la pioggia. Buon vino e tagliolini con gli asparagi che ora, alle due passate, sono ancora parcheggiati all'altezza dell'esofago. Colpa di anni di ricreazioni passate a pasteggiare a pane e panelle e non del cuoco torinese.
C'è poco da fare: la Fiera è sempre una grade emozione. La prima volta, nel 1994, Roy Lichtenstein mi autografò una cartolina con uno dei suoi quadri più celebri. Ci sono tornato altre quattro volte, per presentare i miei romanzi, ma sempre a correre avanti e indietro da un evento all'altro, da un'intervista all'altra.
Domani, però, me la godrò proprio la Fiera: mi sveglierò con calma (nelle ultime 48 ore non ho dormito più di sette) e passeggerò tra gli stand curiosando soprattutto tra le proposte - e le sorprese - dei piccoli editori, quelli che nelle librerie spesso non hanno spazio, e che qui si fanno grandi anche dei loro pochi metri quadrati.
Nella foto io e Rosa al termine della presentazione. Il mio sorriso ebete e il suo da schizzata è conseguenza dell'esaltazione da presentazione di successo...

mercoledì 13 maggio 2009

Come sono stato presentato

Ecco cosa hanno scritto di me gli amici della domenica Roberto Alajmo e Giovanni Pacchiano nella nota di presentazione della mia cadidatura al Premio Strega

Succedono già troppe cose in Italia per potersi permettere il lusso di inventarne altre. In terra consacrata di Ugo Barbàra è un romanzo che impasta la storia con la letteratura. Una trama nera cucita con abilità, riprendendo i fili della cronaca e annodandoli uno per uno. Ognuno saprà riconoscere una vicenda di cui i giornali si sono occupati a lungo, nel tempo, senza risultati. È il punto da cui si parte per raccontare trent'anni di vita italiana, fitti di misteri ancora irrisolvibili. Si passa da un piano temporale all'altro, da un regista linguistico all'altro: e sempre con padronanza. Infine, il tratteggio caratteriale dei personaggi: tutti ingredienti che rendono il romanzo degno di comparire fra i migliori della stagione.
Roberto Alajmo

Attraverso la ricostruzione romanzesca della vicenda del rapimento di una ragazza di quindici anni, scomparsa nel nulla a Roma negli anni Ottanta, Ugo Barbàra racconta, con passione e con sguardo critico, un quarto di secolo della vita civile italiana, nei suoi aspetti criminali ancor oggi non decifrati. Il libro è notevole anche per la rappresentazione fortemente chiaroscurata dei personaggi e soprattutto per alcuni memorabili ritratti di donna.
Giovanni Pacchiano

SONO CANDIDATO ALLO STREGA!

L'ho saputo lunedì pomeriggio, quando dalla Piemme mi hanno chiamato per dirmi di tenermi libero martedì 12: c'era da andare a Benevento. Su me stesso sono stato un pessimo giornalista: ho tenuto la notizia segreta perché sarebbe stato molto poco carino nei confronti del premio anticipare la conferenza stampa nella fabbrica del liquore Strega. Così ho tenuto la bocca chiusa, anche se martedì mattina c'hanno pensato Corriere, Repubblica, Stampa, Unità e un'altra palata di giornali a dire a tutti che il mio nome era nella rosa dei dodici che si contenderanno la cinquina. E io sempre muto....
Il ricevimento seguito alla cerimonia è finito solo poco fa e così aggiorno il blog con clamoroso ritardo. Ma restate sintonizzati: per domani prometto qualche pettegolezzo...

sabato 9 maggio 2009

venerdì 8 maggio 2009

Ugo en Espanol, Ugo in English

Il racconto che ho scritto per la rivista Ling e che è stato pubblicato in inglese e spagnolo, lo trovate a pagina 34. Ma vi consiglio di sfogliare tutta la rivista: merita.

mercoledì 6 maggio 2009

Roberta da Roma

Roberta, praticante commercialista, alla libreria Feltrinelli di Largo Argentina a Roma

domenica 3 maggio 2009