Una settimana intensa, dicevo. Venerdì 4 ero al cocktail in onore di Khaled Hosseini, in Italia per il lancio del film Il cacciatore di aquiloni. Oltre a buona parte dello staff della Piemme ho ritrovato alcune amiche: Antonella Piperno e Bruna Cammarano. Ma anche Pietro Suber “in veste di papà” e Corrado Augias che probabilmente è l’ultimo gentiluomo rimasto tra i giornalisti.
Voglio riferire quello che Hosseini ha raccontato del suo esordio e che dovrebbe essere di consolazione o incoraggiamento a chiunque abbia un libro in uscita, specie se è il primo.
Voglio riferire quello che Hosseini ha raccontato del suo esordio e che dovrebbe essere di consolazione o incoraggiamento a chiunque abbia un libro in uscita, specie se è il primo.
Cito a memoria: “Il giorno dell’uscita del Cacciatore nelle librerie, mi trovavo a New York, prima tappa di un tour di un paio di settimane per le presentazioni negli Stati Uniti. Entrai in una libreria per vedere come era stato piazzato il mio romanzo e stava lì, a far bella mostra di sé nella sezione fiction-hardcover. Decisi di sedermi al bar della libreria e vedere se per caso qualcuno lo comprava e ordinai un caffè. Poi ne ordinai un altro. E un altro. Non riuscivo a capacitarmi del fatto che la gente passasse davanti al frutto di tanta fatica, passione, amore senza mostrare alcun interesse. Quando ero già al terzo caffè, una donna con un buffo paio di occhiali rosa si fermò davanti alla sezione fiction-hardcover e cominciò ad osservare. Il suo sguardo andava dal mio libro a quello vicino, poi di nuovo al mio. Allungò la mano e… con mio grandissimo dolore prese quello accanto. Maledii quello scrittore e tutta la sua famiglia – ne ricordo bene il nome, ma non vi dirò chi è – ma ad un tratto la donna rimise a posto quel libro per prendere il mio. Lo sfogliò, lesse il risvolto di copertina e fece un mmh! Ma io non sapevo se fosse un mmh! di interesse o un mmh! che sottintendeva che avrebbe preferito guardarsi il più stupido dei talk-show piuttosto che leggere il mio libro. E invece andò alla cassa e lo pagò! Sono convinto che da quell’acquisto e da quella signora con gli occhiali rosa sia dipeso buona parte del successo del Cacciatore di aquiloni.
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