Non sono uno di quegli incrollabili sostenitori della libera e incondizionata accessibilità al patrimonio artistico italiano. Sono convinto che far pagare un biglietto per visitare i nostri monumenti sia una cosa giusta ed equa in un'economia sana e credo che chi afferma che così facendo si impedisce alle classi meno abbienti di conoscere le ricchezze del nostro Paese non ha la più pallida idea di come sia la giornata media delle classi meno abbienti e delle loro pulsioni - arrivati stravolti a un giorno di riposo - rispetto a una visita alla tomba di Umberto Grancelli o al castello dei Conti d'Aquino a Roccasecca.
E proprio per questo mi fa imbufalire trovare chiuse le porte di musei, castelli e chiese o dover combattere con richieste, suppliche, permessi e file chilometriche per visitare luoghi che troppo spesso rimangono chiusi non per disinteresse del pubblico, ma per qualche interesse inconfessabile. Il nostro patrimonio artistico dovrebbe essere un po' come un detenuto in regime di 41bis: tenuto d'occhio costantemente. Per impedire che vada in malora o che qualcuno ne faccia roba propria.
Per questo devo ringraziare Daniela Rossi: mi ha svelato l'esistenza di un sito che monitorizza lo stato dei nostri beni e lancia al'allarme per quelli in pericolo. Al di là della chiamate alle armi e delle sottoscrizioni, è un radar da tenere d'occhio, per non perdere di vista ciò che ci appartiene e che rischia sempre di passare da res nullius a res unum.
4 commenti:
Caro Sig Ugo Barbàra ho visto che nel suo articolo cita Umberto Grancelli e mi ha incuriosito.
Abito a Verona a da molto tempo mi occupo di Umberto Grancelli, personaggio Veronese molto scomodo per l'intellighenzia. In questi anni ho cercato con tutto il mio impegno di rivalutare questo studioso vittima della "dannazio memorie" Parliamo dello stesso Umberto Grancelli?
La saluto e ringrazio per l'attenzione.
Luigi Pellini 0457135369
luigi.pellini@virgilio.it
Proprio lui! E l'idea mi è venuta leggendo una nota pubblicata sul sito 'patrimonio sos' e firmata Pellini. Lo stesso Pellini, immagino.
Si lo stesso Pellini, con l'occasione invio questo appunto a presto Luigi Pellini.
LA TOMBA NUDA SENZA NOME, IL SOLO INDIZIO E' IL COGNOME DELLA FAMIGLIA
Pubblicato da luigi pellini a 15.02 0 commenti
giovedì 20 novembre 2008
La sua tomba
Chi per curiosità cercasse la tomba dove è sepolto Umberto Grancelli avrebbe non poche difficoltà a trovarla. Chi si incammina nella città dei morti ,quale è il cimitero monumentale di Verona, è colpito dalla sontuosità e dalla ricchezza delle tombe,nomi illustri, ma anche i loculi dei più umili sono impreziosite da nomi del defunto, scritte, marmi e fiori. Nel lato destro ,rispetto all'entrata in un antro oscuro si susseguono sul pavimento vari chiusini e nella parete sono poste, a bel vedere, le foto con il nome dei cari estinti.
Umberto Grancelli, nonostante l'anagrafe mortuaria ci abbia indicato il numero, è difficilmente rintracciabile, nessun nome nessuna foto ci aiuta la ricerca.
Il visitatore attento potrà leggere sul chiusino 137 solo la scritta, scarna,incisa sulla pietra: Grancelli.
Lì sotto riposa il corpo di Umberto.
In linea con l'umiltà e la semplicità della sua esistenza terrena, la tomba è anonima riportando solo l'indizio della "gens" di appartenenza.
Questo Uomo che ha dedicato la sua vita allo studio e alla ricerca dell'Anima da ancora fastidio ad una certa intellighenzia veronese.
Contrastato in vita e dimenticato ad ogni costo in morte, da quel chiusino senza nome, i suoi studi, che qualche sciocco definisce bizzarri, troveranno voce e continuità. Il tempo ricerca la verità, nell'opera di Umberto Grancelli si schiude l'infinito religioso che ha determinato le passioni della sua esistenza.
Al Maestro Umberto Grancelli
figlio illustre di Verona, sei sempre con noi
Dimenticavo il mio blog se vuoi consultarlo ci sono parecchie notizie su Umberto Grancelli
http://luigi-pellini.blogspot.com/
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