La primavera fa tornare gli stagisti. Può suonare poetico, ma non lo è: sono come le rondini e tendono a tornare nell'ultimo nido che hanno avuto. A volte gli dice bene - se hanno dimostrato di saper lavorare, se hanno lasciato un buon ricordo, se hanno saputo fare squadra e se hanno stanato notizie - e beccano una sostituzione estiva. Ma quest'anno la vedo magra. Davvero magra. E quando chiamano per dire 'domani passo' mi si stringe il cuore perché non soltanto so di non poter promettere nulla (questo non ho mai potuto farlo) ma sono consapevole del fatto che quest'estate nella maggior parte dei posti in cui andranno a bussare riceveranno sorrisi sconfortati e poco altro. Anche se si sono fatti valere. Anche se in tanti saremmo pronti a scommettere la carriera sulle loro capacità.
C'è una storia però che va raccontata. E' di un paio di anni fa (pre-crisi, pre-tutto) ma è a lieto fine e Dio sa quanto c'è bisogno di storie a lieto fine di questi tempi. E poi è la storia di un allievo dell'Ifg di Urbino e quindi c'è anche un po' di sano orgoglio di appartenenza.
E' la storia di Lorenzo Luzi.
COME SONO STATO ASSUNTO A BLOOMBERG TV
Un esame scritto di oltre tre ore, sette colloqui in inglese e molta voglia di passare dall’altra parte. Dalla parte di quelli che un lavoro ce l’hanno. Ecco cosa mi è servito per essere assunto a tempo indeterminato nella redazione londinese di Bloomberg Television. Nel primo gruppo di informazione finanziaria al mondo per essere assunti serve solo essere bravi ed avere qualcuno che nella tua bravura ci crede.
Prima di iscrivermi all’IFG di Urbino per apprendere le basi del giornalismo, avevo già lavorato per un anno intero in una tv che produce notiziari finanziari in Italia e che trasmette sul satellite. Un anno importante in cui oltre ad aver deciso cosa fare da grande, ho conosciuto molti altri giovani giornalisti o aspiranti tali come me. Tra questi più di un collega è passato a Bloomberg negli ultimi 36 mesi e ogni volta che in questo lasso di tempo ho provato a mandare il mio curriculum a Londra qualcuno diceva di conoscermi. Ma per molti mesi nessuna risposta.
Intanto una scelta in controtendenza. Dopo un anno di lavoro “nell’ambiente”, sono tornato sui banchi di scuola. La scuola di giornalismo di Urbino. Una lunga pausa di due anni. Una scelta che rifarei. Sono rimasto lontano dal mondo del lavoro per buona parte dell’anno è vero, ma ho imparato a cercare e raccontare. In quella scuola ho incominciato ad imparare il mestiere che sapevo di voler fare, senza perdere nulla di quello che avevo seminato prima di cominciarla. Sì perché se fai bene il tuo lavoro alla fine qualcuno (che sia un capo non è necessario), se ne ricorda di sicuro.
Ed è così che sono stato chiamato, proprio alla fine della scuola, proprio quando ormai dalla mia esperienza precedente credevo di non poter trarre più nulla per il futuro. Un ex collega mi ha cercato. Si ricordava di me. Mi ha detto “Guarda che qui cercano e io ho fatto il tuo nome”. Se non ho capito male a Bloomberg chi propone una persona che viene poi assunta prende un piccolo premio in busta paga. Una forma di raccomandazione pare funzionare molto bene visto che le assunzioni del gruppo solo quest’anno sono nell’ordine delle centinaia.
Una volta passato lo scoglio dello scritto di tre ore abbondanti tutto in inglese e una parte in italiano su temi correnti di finanza e macroeconomia, il resto è stato tutto molto graduale. Ci ho messo circa due mesi a fare tutti colloqui. Dal mio capo diretto di Londra al braccio destro di Michael Blooomberg stesso.
In ogni telefonata ero messo alla prova. Prima sulla motivazione, poi sulle competenze, poi sulle richieste di trattamento.
In uno degli ultimi colloqui, una delle domande è stata “Cosa potrebbe farti decidere di non accettare la nostra offerta?”. Tornando indietro forse non lo rifarei, ma ricordo di aver risposto: “Avere la certezza di dover fare gli straordinari per una azienda che non me li riconoscerebbe mai e che prenderebbe come dovuta la mia dedizione. Sapere che siete un’azienda che sfrutta i giovani e la loro voglia di lavorare”.
Due settimane dopo l’ultimo colloquio. Una formalità. Poi la telefonata delle Risorse umane, il contratto spedito a casa in una notte, la firma la mattina dopo e l’inizio di una vita nuova.
1 commento:
grazie ugo e in bocca al lupo lorenzo!
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