Due Madri - il booktrailer - in libreria dal 14 aprile

venerdì 4 giugno 2010

Guarda che radio!

Conosco Maurizio Molinari (non quello de La Stampa) da anni, da quando ha fatto uno stage all'Agi proprio da noi agli Esteri. Io l'avrei assunto senza perdere un attimo di tempo, ma il suo passaggio in agenzia non ha coinciso con uno dei momenti più floridi della storia dell'editoria italiana e la situazione all'Agi non fa eccezione. Ora i più volenterosi di noi sono impegnati in una disperata battaglia per fargli avere almeno un contratto di collaborazione da Bruxelles, dove si è trasferito da qualche tempo, ma anche per questa soluzione le condizioni non sono ideali. Questa è una delle ragioni per cui ho particolarmente a cuore il suo destino professionale: quando lavori con qualcuno che non è uno stronzo arrogante finisci comunque per affezionarti, a meno che al posto del cuore non hai una spugna e del cervello un sacchetto di segatura. Ma non è solo per questo. Maurizio è brillante, colto, simpatico, dotato di una ironia sottile e penetrante ed è anche il giornalista d'agenzia più veloce con cui io abbia mai lavorato. Se a questo aggiungete che parla tre o quattro lingue, beh...
Maurizio è anche non vedente. Ho detto 'anche', non 'però', perché per quella che è stata la mia esperienza con lui, la sua condizione non ha mai minimamente influito sulla sua professionalità. C'è stato, è vero, qualche problema quando hanno cambiato la macchinetta per il caffè e lui non aveva ancora memorizzato la posizione dei tasti, ma è il genere di cosa sulla quale credo si possa passare.
Eppure Maurizio è stato discriminato.
Perché francamente non so che altra definizione si possa dare a quello che gli è successo con Radio Max, emittente della civilissima Austria, talmente civile da non aver perso il vizio di avere un atteggiamento che potremmo definire poco costruttivo con le persone che hanno una qualche disabilità. Se Maurizio fosse stato sordo o muto, avrei capito la loro preoccupazione. Ma ricordo un giornalista radiofonico Rai che ha progressivamente perso la vista eppure ha continuato a lavorare, grazie a un tutto sommato modesto adattamento delle apparecchiature. La radio, se non mi sbaglio, è quello strumento con il quale - da qualunque parte si stia - non serve vedere, ma parlare e ascoltare.
Eppure Maurizio è stato discriminato.
Mi ha inoltrato la sua testimonianza che voglio condividere con voi:

Qualche settimana fa, era passato l'annuncio di una radio austriaca, Radio Max, che cercava conduttori di lingua italiana. Ho mandato il curriculum, non specificando che ero non vedente, e mi hanno chiamato per il casting. Il colloquio era stato fissato per martedì 8 giugno, io ho già
prenotato il biglietto per Vienna da Bruxelles. Loro ancora non mi facevano sapere né dove esattamente avrebbe avuto luogo il colloquio, né dove sarei stato in albergo. Io, saputo che ero stato selezionato per il colloquio, ho fatto loro presente il mio handicap, in caso fosse previsto qualche test scritto o comunque perché mi sembrava giusto che lo sapessero.
Ecco la mail di risposta, arrivata stasera (il 3 giugno, ndr) alle 23.15:

Oggetto: Siamo dispiaciuto

Mail:
Gentile Maurizio Molinari,
mi dispiace che la comunicazione tra di noi non sembra di funzionare bene, cioè, con gli altri invitati al colloquio non c´erano alcuni problemi con le mail, non so pero sembra che non ricevo tutte le mail. Ho dovuto aspettare delle voci dei miei responsabili. Visto che lei ci ha comunicato abbastanza tardi che è non vedente, perché avrebbe dovuto informarci magari quando ha fatto domanda, ci sono subentrati dei problemi, perché il nostro studio non è costruito per non vedenti. Qua ci potrebbero esserci dei problemi, dovevamo parlare con i tecnici, ma è semplicemente così che non abbiamo la possibilità per adattare lo studio perciò ci dispiace molto ma non la possiamo considerare per i colloqui, avrebbe dovuto dircelo quando ha fatto domanda, così potevamo evitare tutti questi in comprensivi. Le auguriamo buone cose per il suo lavoro.
Cordiali saluti


Sapete cosa mi piacerebbe? Che chi andasse a fare il colloquio lo sostenesse con una benda sugli occhi, tanto per dimostare a questa gente che si può fare radio anche senza essere costretti a guardarli in faccia.

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