Due Madri - il booktrailer - in libreria dal 14 aprile

sabato 12 giugno 2010

La vuvuzela nella lista nera!

L'uomo che vedete nella foto rischia di essere perseguito per crimini contro l'umanità. Calcolando una media di 500 milioni di telespettatori per ogni partita dei Mondiali in Sudafrica, bisogna tenere conto dell'impatto planetario di quello che Roberto Alajmo ha definito "rottura acustica di coglioni" in un post sul suo blog. In tempi non sospetti, durante la Confederation Cup mio figlio - grande appassionato di calcio, a differenza di me - aveva lanciato la'allarme: "se fanno questa confusione durante i Mondiali diventeremo tutti scemi". Ora in redazione il costante e devastante ronzio della vuvuzela, quella assurda tromba monotono con cui i tifosi sudafricani cercano (riuscendoci, temo) di stordire i giocatori in campo, sta avendo sulla mia psiche effetti più devastanti del notiziario di Sky Tg24 in loop. Le modeste prestazioni di certe squadre nelle prime giornate (penso al povero Green che ha regalato il pareggio agli Usa o a una pietosa Grecia) mi fanno pensare che quella dei tifosi sudfafricani sia una strategia precisa per far vincere la loro nazionale. Se ci riusciranno mi immagino Hamas rinunciare ai fallimentari Qassam per far suonare migliaia di vuvuzele lungo il confine tra la Striscia di Gaza e Israele; i Talebani assediare Kandahar con quell'orribile mix di "rutto e ronzio" (la citazione è ancora da Alajmo) e i nordcoreani rispondere agli assordanti messaggi propagandistici provenienti dal Sud con una cacofonia di trombe di plastica certamente meno costose di una bomba atomica. Almeno fino a quando la vuvuzela non entrerà nella lista delle WMD, le armi di sterminio.

Un agghiacciante aggiornamento di lunedì 14: le vuvuzela non saranno vietate. Lo ha annunciato il portavoce del comitato organizzatore, Rich Mkhondo. Ieri il presidente del Comitato aveva minacciato di mettere al bando le famose trombette spacca timpani e oggi i produttori si sono convinti ad abbassarne la potenza a causa dell'eccessivo volume. "Le vuvuzuela non saranno vietate. Fanno parte della nostra cultura. Siete nostri ospiti, per questo abbracciate la nostra cultura e il nostro modo di festeggiare", ha detto il portavoce.

giovedì 10 giugno 2010

La terrazza Bellonci, lo Strega e il New Yorker

All'indomani della serata sulla terrazza di casa Bellonci per definire la cinquina dello Strega 2010, mi sembra all'uopo dare eco alla fantastica copertina di questa settimana del New Yorker

venerdì 4 giugno 2010

Guarda che radio!

Conosco Maurizio Molinari (non quello de La Stampa) da anni, da quando ha fatto uno stage all'Agi proprio da noi agli Esteri. Io l'avrei assunto senza perdere un attimo di tempo, ma il suo passaggio in agenzia non ha coinciso con uno dei momenti più floridi della storia dell'editoria italiana e la situazione all'Agi non fa eccezione. Ora i più volenterosi di noi sono impegnati in una disperata battaglia per fargli avere almeno un contratto di collaborazione da Bruxelles, dove si è trasferito da qualche tempo, ma anche per questa soluzione le condizioni non sono ideali. Questa è una delle ragioni per cui ho particolarmente a cuore il suo destino professionale: quando lavori con qualcuno che non è uno stronzo arrogante finisci comunque per affezionarti, a meno che al posto del cuore non hai una spugna e del cervello un sacchetto di segatura. Ma non è solo per questo. Maurizio è brillante, colto, simpatico, dotato di una ironia sottile e penetrante ed è anche il giornalista d'agenzia più veloce con cui io abbia mai lavorato. Se a questo aggiungete che parla tre o quattro lingue, beh...
Maurizio è anche non vedente. Ho detto 'anche', non 'però', perché per quella che è stata la mia esperienza con lui, la sua condizione non ha mai minimamente influito sulla sua professionalità. C'è stato, è vero, qualche problema quando hanno cambiato la macchinetta per il caffè e lui non aveva ancora memorizzato la posizione dei tasti, ma è il genere di cosa sulla quale credo si possa passare.
Eppure Maurizio è stato discriminato.
Perché francamente non so che altra definizione si possa dare a quello che gli è successo con Radio Max, emittente della civilissima Austria, talmente civile da non aver perso il vizio di avere un atteggiamento che potremmo definire poco costruttivo con le persone che hanno una qualche disabilità. Se Maurizio fosse stato sordo o muto, avrei capito la loro preoccupazione. Ma ricordo un giornalista radiofonico Rai che ha progressivamente perso la vista eppure ha continuato a lavorare, grazie a un tutto sommato modesto adattamento delle apparecchiature. La radio, se non mi sbaglio, è quello strumento con il quale - da qualunque parte si stia - non serve vedere, ma parlare e ascoltare.
Eppure Maurizio è stato discriminato.
Mi ha inoltrato la sua testimonianza che voglio condividere con voi:

Qualche settimana fa, era passato l'annuncio di una radio austriaca, Radio Max, che cercava conduttori di lingua italiana. Ho mandato il curriculum, non specificando che ero non vedente, e mi hanno chiamato per il casting. Il colloquio era stato fissato per martedì 8 giugno, io ho già
prenotato il biglietto per Vienna da Bruxelles. Loro ancora non mi facevano sapere né dove esattamente avrebbe avuto luogo il colloquio, né dove sarei stato in albergo. Io, saputo che ero stato selezionato per il colloquio, ho fatto loro presente il mio handicap, in caso fosse previsto qualche test scritto o comunque perché mi sembrava giusto che lo sapessero.
Ecco la mail di risposta, arrivata stasera (il 3 giugno, ndr) alle 23.15:

Oggetto: Siamo dispiaciuto

Mail:
Gentile Maurizio Molinari,
mi dispiace che la comunicazione tra di noi non sembra di funzionare bene, cioè, con gli altri invitati al colloquio non c´erano alcuni problemi con le mail, non so pero sembra che non ricevo tutte le mail. Ho dovuto aspettare delle voci dei miei responsabili. Visto che lei ci ha comunicato abbastanza tardi che è non vedente, perché avrebbe dovuto informarci magari quando ha fatto domanda, ci sono subentrati dei problemi, perché il nostro studio non è costruito per non vedenti. Qua ci potrebbero esserci dei problemi, dovevamo parlare con i tecnici, ma è semplicemente così che non abbiamo la possibilità per adattare lo studio perciò ci dispiace molto ma non la possiamo considerare per i colloqui, avrebbe dovuto dircelo quando ha fatto domanda, così potevamo evitare tutti questi in comprensivi. Le auguriamo buone cose per il suo lavoro.
Cordiali saluti


Sapete cosa mi piacerebbe? Che chi andasse a fare il colloquio lo sostenesse con una benda sugli occhi, tanto per dimostare a questa gente che si può fare radio anche senza essere costretti a guardarli in faccia.