tag:blogger.com,1999:blog-7309926944375527647.post4218617834914263249..comments2023-06-30T13:36:56.514+02:00Comments on Ugo Barbàra: Difendere il libro nazionale!Ugo Barbàrahttp://www.blogger.com/profile/00090304999492089353noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-7309926944375527647.post-14813152510534054762011-05-06T00:00:01.114+02:002011-05-06T00:00:01.114+02:00Melmoth, non posso che essere d'accordo con te...Melmoth, non posso che essere d'accordo con te. 'Crescere' un romanzo in una casa editrice è molto più costoso (e rischioso) che comprarlo già bello pasciuto. Ed è uno degli aspetti di una certa ignavia che aleggia nell'editoria italiana.Ugo Barbàrahttps://www.blogger.com/profile/00090304999492089353noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7309926944375527647.post-1400736462823365332011-05-01T20:56:03.593+02:002011-05-01T20:56:03.593+02:00Post molto interessante.
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Scrivo, pubblico e sono...Post molto interessante.<br />.<br />Scrivo, pubblico e sono italiano quindi anche io mi sento parte in causa. Dunque. E' strano quello che scrivi perché in realtà -mi pare- descrivi solo la metà di un paradosso. In altre parole: l'autore italiano richiede lavoro, e figure professionali che si mettono sotto e affiancano l'autore. Va editato un testo; va capito il suo pubblico e creata una campagna stampa che funzioni, etc. Conosco editori di grosso calibro la cui incompetenza in merito è davvero affascinante. Non è tanto strano, se si pensa che il 75% -85% dei loro libri sono stranieri; un grande editore traduce e ripropone il lavoro di altri, non lo fa daccapo.<br />.<br />Il titolo straniero quindi è già "chiuso": è già chiaro il suo pubblico, il suo potenziale di vendita, e il testo (lasciando per un attimo da parte la traduzione).<br />C'è però un particolare di cui non parli. L'autore straniero, se è un titolo importante, costa; perché se è arrivato da un altro paese è sicuro che c'è un intermediario, e che questo intermediario fa pagare. Sto parlando ovviamente dei titoli su cui un editore medo-grande decide di investire dalle 50.000 copie in su, non del piccolo autore di culto che esce in 3000 copie. <br /><br />Allora secondo me il paradosso è il seguente. Che l'autore italiano conviene, perché costa meno, economicamente. Costa invece di più a livello di risorse umane: grafici / editor/addetti stampa etc. Ergo, quando si investe su un italiano 'al risparmio' -cioè nella mia percezione quasi sempre- lo si fa cercando di risparmiare sul lancio, sull'editing, ect. <br />.<br />E lo si fa in modo sistematico, dato per inteso. Nel senso che nessun editor di una CE italiana credo si possa permettere di lavorare un paio di mesi a un solo libro. Se lo fa lo fa di notte, nei week end, per conto suo, ma non perché riceva tempo e stipendio adeguati.<br />.<br />Questa almeno la mia esperienza. Che spero vivamente sia smentita, prima o poi.<br /><br />MelmothMelmothnoreply@blogger.com